La Rivoluzione Illiberale
Dalla Cassa per il Mezzogiorno al ritorno dell'Iri: alla faccia del libero mercato
Un film, ahinoi, già visto |
- Il 2012 sarà un grande anno per l'economia italiana: la Rivoluzione Liberale promessa dal premier il giorno della sua discesa in campo nel 1994, sarà finalmente maggiorenne. Diciotto anni nei quali la sinistra e soprattutto l'attuale destra al governo hanno fatto di tutto fuorché liberalizzare e rendere meno pesante il ruolo dello Stato nella nostra economia.
Se a sinistra almeno ci avevano provato con le 'lenzuolate' di Bersani - nulla di trascendentale, per carità -, la destra ha riproposto il peggior capitalismo di Stato in salsa corporativa e con una spruzzata di insano meridionalismo assistenzialista. Un ritorno al passato. O forse al presente, dato che questo modello non è mai stato abbandonato. D'altronde, era addirittura impensabile che un monopolista radicale come Berlusconi, proprietario di aziende un po' in tutti i settori, attuasse una rivoluzione in favore del libero mercato. Una chimera, insomma.
Il ministro del Tesoro Tremonti invece ha compiuto una grande giravolta. Ora appare in tv da Santoro inveendo contro il mercatismo e il finanz-capitalismo, ma poco tempo fa era un feroce sostenitore della finanza creativa e suggeriva persino agli italiani di comprare le case con il modello americano, leggi i subprime. Ora sostiene il ritorno dell'Iri e della grande Mediobanca per fare fronte alle scalate ostili agli asset strategici del Paese, ma la sua sembra solo una mossa tardiva: mette una pezza dove c'è perché per mancanza di lungimiranza il governo non si è mai posto il problema. Forse, l'anno e mezzo in cui il Parlamento si è occupato del legittimo impedimento, di processo breve e quant'altro poteva essere speso in altro modo.
Nessun commento:
Posta un commento