Anche a Londra arriva il processo-spettacolo?
Il governo britannico sta considerando l'ipotesi di aprire le aule dei tribunali alle telecamere, dopo le ripetute richieste di Sky News. Ma è un bene?
Sorridi, sei su candid-Cameron |
Sembra comunque un piccolo passo verso quello a cui abbiamo assistito in Italia negli ultimi 20 anni e cioè il proliferare di una mediatizzazione della giustizia, a uso e consumo di stampa e tv senza alcun riguardo per giudici, imputati e, soprattutto, per la giurisprudenza. Colpevoli, lo sono un po' tutti: i giudici in cerca di fama che vogliono reclamizzare le loro inchieste e gli imputati che sanno che l'opinione pubblica può determinare l'esito di un processo. E così abbiamo assistito via via al Forlani con la bava alla bocca in tv mentre dietro di lui una folla inferocita bofonchiava ogni sua risposta, un Craxi fin troppo sicuro auto-denunciarsi per la gioia dei pm di Manipulite, e, infine, colpo di scena, Tonino Di Pietro levarsi la toga una volta per tutte per dire addio alla magistratura e prepararsi all'avventura politica. E questo solo per quanto riguarda la politica. Che dire dell'omicidio Kercher, di Rosa e Olimpio, di Avetrana, Garlasco e così via?
Non credo che vedremo mai Blair messo sotto torchio dalla Boccassini di turno, o Cameron chiamato a rispondere dei suoi rapporti con Murdoch in diretta tv da un'aula di tribunale. L'Inghilterra non è l'Italia e più della mob-rule, conta ancora - per fortuna -, la rule of law, la legge vera e propria. Per i politici ci sono le varie commissioni d'inchiesta, come quelle sull'Iraq e per i casi più spinosi nei rapporti tra media e istituzioni c'è la possibilità di filmare il lavoro delle commissioni. Proprio come da noi. Ma voi ve li vedete gli inglesi che cambiano una classe dirigente con l'uso della magistratura e della stampa?
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