martedì 19 aprile 2011

PREMIER LEAGUE
Arsenal o 'ArseLOL'?
Ennesima partita ai limiti del tragicomico per gli uomini di Wenger, ora tutti sono in discussione

Ridi, sei l'allenatore dell'ArseLOL
 - C'era una volta l'Arsenal. Quello brutto e vincente di George Graham e quello stiloso e vincente di Arsène Wenger. C'era una volta perché adesso c'è una squadra capace di diventare lo zimbello del calcio inglese. Basta citare le parole di Robert Preston, giornalista della Bbc che definisce così 'to do an Arsenal', letteralmente 'fare un'Arsenalata': capitolare in modo tragicamente incompetente. Così come è successo domenica contro il Liverpool quando i Gunners, in vantaggio al 97' si sono fatti raggiungere al 102' (!) su un rigore causato da Eboue. E con la vittoria se ne sono andate anche le possibilità di titolo degli uomini di Wenger per il settimo anno consecutivo. Decisamente troppo.

Il mondo degli anti-Arsenal si è così destato: il nome della squadra viene storpiato in 'ArseLOL' - da 'Laugh Out Loud', 'ridere a crepapelle' - e si discute su come si suiciderà la prossima volta una squadra capace di farsi rimontare due gol in casa nel derby, perdere la finale di Coppa di Lega contro il Birmingham con una papera amatoriale tra portiere e difensore e farsi recuperare un gol dopo essere passata in vantaggio al 97' in una partita-chiave per la lotta al titolo. Si accettano scommesse.

La furia dei tifosi e dei commentatori si è scagliata contro Arsène Wenger, il tecnico più vincente della storia dei Gunners, ritenuto ormai incapace di condurre in porto una barca che fa acqua sempre allo stesso modo tutti gli anni. L'Arsenal gioca anche bene, ma non ha la forza e la mentalità che servono per vincere una Premier League sempre più equlibrata e massacrante. Wenger ha le sue belle colpe. Da anni si rifiuta di comprare un portiere degno di questo nome, e la recente chiamata del pensionato Lehmann testimonia l'errore compiuto. Almunia potrebbe restare come bandiera dell' 'Arselol', simbolo vivente di un 'epoca in cui a Islington più che una squadra di calcio vede entrare in campo dei clown. Manca un difensore centrale di livello, e sembra assurdo che, vista la lunga assenza di Vermaelen, Wenger abbia detto a gennaio che la rosa andava bene così. Koscielny e Squillaci generano nei tifosi la stessa fiducia che un marito fedifrago può generare a una moglie cornuta. Davanti, l'ultimo gol di Chamakh è probabilmente coinciso con lo sbarco sulla luna. Su Eboue, non si dice più niente: basti pensare che da anni viene fischiato dai suoi stessi tifosi, cosa rarissima Oltremanica.

Ma sono i campioni - o presunti tali - a destare sconforto. Walcott, Fabregas e Van Persie passano gran parte della stagione sul lettino della fisioterapia che non in campo. Lo spagnolo, che è anche il capitano della squadra, non si tira mai indietro a reiterare il suo desiderio di andare al Barcellona. Dimostrasse lo stesso ardore in campo - dove spesso è stato sorpreso a passeggiare -, sarebbe già qualcosa.

Con l'arrivo del tycoon americano Kroenke le cose probabilemente non cambieranno. Difficile aspettarsi follie sul mercato estivo, basterebbe solamente agire con razionalità e tappare le falle che risultano aperte da anni. Per tornare a essere Arsenal e non 'Arselol'.

giovedì 14 aprile 2011

ITALIA ED EUROPA
Papi l'Africano
Cosa succederebbe se l'Italia abbandonasse l'Ue per entrare nell'Unione Africana?

Il simbolo dell'Unione Africana
- Dio stramaledica gli inglesi. E dato che c'è anche i francesi, i tedeschi e gli spagnoli. Se l'Europa è questa meglio andare 'foera di ball'. Dietro le invettive di ministri ed esponenti del governo italiano si nasconde però un sogno ben più grande e recondito: quello di entrare nell'Unione Africana, vero obiettivo di Pdl e Lega.

Il presidente del Consiglio aveva già accennato a Gheddafi e agli amici Ben Alì e Mubarak l'ambizioso progetto, ma non è fantapolitica prevedere un futuro del Belpaese in una unione italo-libica sotto l'egida dell'UA. Papi, dopo un giro di consultazioni, avrebbe in mente già un think-tank, il Bunga Bunga, per preparare le modalità dell'ingresso e lisciare il pelo al popolo italiano.

Tutto sembrerà naturale e soddisferà le ambizioni del centro-destra italiano, già da tempo infatuato con i partiti bantù africani. La Russa potrà finalmente coordinarsi con i ministri di Liberia e Repubblica Centrafricana per le repressioni, mentre Gasparri sarà la guida del centro-destra africano (CDA) con i capigruppo delle varie tribù che gli spiegheranno come mettersi l'anello al naso e il significato della parola 'aposiopesi'.

I mandarini della Farnesina saranno sostituiti dai Vacaputanga del Katanga, e la Lega manifesterà per i respingimenti dei cittadini europei. Nei vertici dell'Unione il Papi racconterà storielle sui negri dipinti di bianco e sosterrà che, prima o poi, realizzerà una rivoluzione liberale in Africa come l'aveva realizzata in Italia. Nel suo panthéon ci saranno Mobutu, Idi Amin, Menghistu e Biya, cui vorrà lodare personalmente la 'longevità al potere'.

Ricalcando le libertà fondamentali stabilite a Maastricht dall'Unione Europea il governo italo-libico proporrà alla Commissione Africana le seguenti 4 'illibertà':

1- no fly zone per le mosche e i coleotteri sui cieli dell'Ua e respingimenti, se necessari, anche con i fucili.

2- impossibilità di attraccare per i barconi provenienti dall'Europa e candidatura al Pdl-Africa per gli scafisti.

3- scudo processuale per tutti i capi-tribù che hanno per iniziale del nome la lettera s e per cognome la lettera b.

4- abolizione della fastidiosa legge sulla par condicio e possibilità per i capi-partito di raggiungere anche le capanne più remote del continente grazie al Digitale Terrestre Africano. All'opposizione non saranno garantiti spazi televisivi, come già succede da noi.

mercoledì 6 aprile 2011

ddl pro-fascismo? Sentiamo cosa dice lui...



Ieri al Senato è stata depositata una proposta di legge per abolire il divieto di ricostituzione del partito fascista. Sdegno e riprovazione da più parti, ma non è che l'attuale clima favorisce una tardiva - e criminosa - riabilitazione? Tra poco verrà il 25 aprile e ci toccherà sentire parificazioni tra partigiani e repubblichini, lodi ai combattenti di tutte 'le ideologie' ecc. Ma in Spagna sarebbe possibile avere deputati franchisti in Parlamento? E in Germania? Riabiliterebbero Hitler? E perché in Francia i gollisti si alleano con i socialisti piuttosto che dare corda all'estrema destra lepenista? Fate voi...

lunedì 4 aprile 2011

POLITICA ED ECONOMIA
La Rivoluzione Illiberale
Dalla Cassa per il Mezzogiorno al ritorno dell'Iri: alla faccia del libero mercato

Un film, ahinoi, già visto
- Il 2012 sarà un grande anno per l'economia italiana: la Rivoluzione Liberale promessa dal premier il giorno della sua discesa in campo nel 1994, sarà finalmente maggiorenne. Diciotto anni nei quali la sinistra e soprattutto l'attuale destra al governo hanno fatto di tutto fuorché liberalizzare e rendere meno pesante il ruolo dello Stato nella nostra economia.

Se a sinistra almeno ci avevano provato con le 'lenzuolate' di Bersani - nulla di trascendentale, per carità -, la destra ha riproposto il peggior capitalismo di Stato in salsa corporativa e con una spruzzata di insano meridionalismo assistenzialista. Un ritorno al passato. O forse al presente, dato che questo modello non è mai stato abbandonato. D'altronde, era addirittura impensabile che un monopolista radicale come Berlusconi, proprietario di aziende un po' in tutti i settori, attuasse una rivoluzione in favore del libero mercato. Una chimera, insomma.

Il ministro del Tesoro Tremonti invece ha compiuto una grande giravolta. Ora appare in tv da Santoro inveendo contro il mercatismo e il finanz-capitalismo, ma poco tempo fa era un feroce sostenitore della finanza creativa e suggeriva persino agli italiani di comprare le case con il modello americano, leggi i subprime. Ora sostiene il ritorno dell'Iri e della grande Mediobanca per fare fronte alle scalate ostili agli asset strategici del Paese, ma la sua sembra solo una mossa tardiva: mette una pezza dove c'è perché per mancanza di lungimiranza il governo non si è mai posto il problema. Forse, l'anno e mezzo in cui il Parlamento si è occupato del legittimo impedimento, di processo breve e quant'altro poteva essere speso in altro modo.

Mi piacerebbe poi conoscere l'opinione della Lega Nord in merito alla Cassa per il Mezzogiorno, storico carrozzone di Stato mangiasoldi, che non ha mai alleviato le piaghe della depressa economia meridionale ma ha anzi portato alla luce nuovi assistenzialismi. Niente di nuovo sul fronte Settentrionale?
Che abbia sbagliato mestiere?
SERIE A
Perché l'Inter con Leo non vincerà mai niente
Il derby ha messo in luce la totale impreparazione dell'ex milanista: senza organizzazione difensiva non si vince niente

- PER un buon numero di tifosi dell'Inter il risultato nel derby non è stato una sorpresa ma una conferma: la Beneamata con Leonardo in panchina non andrà da nessuna parte. Anzi. Forse lui da qualche parte verrà mandato, la stessa dove lo hanno mandato i suoi ex tifosi.

L'Inter è caduta nella trappola di un Milan astuto e accorto, facendosi abbindolare in modo tragicomico. Poteva contare su due risultati su tre la squadra di Leo, ma al pronti-via già era sotto di un gol: esattamente la cosa che doveva evitare più di tutte. E per giustificare una simile débacle, non basta dire, a mo' di Oronzo Canà, 'tutta colpa di quel gol a freddo'. Nei primi 45'' di gioco, il Milan aveva gli occhi iniettati di sangue mentre gli interisti passeggiavano come se fossero al parco. Il gol è stato una conseguenza di due atteggiamenti diversi sul terreno di gioco, due preparazioni diverse alla partita.

C'era comunque tutto il tempo per rimontare. E allora perché andare allo sbaraglio, lasciando Ranocchia e Chivu in preda ai contropiedisti del Milan? Per giocare così non era meglio Cordoba? E perché il modulo con 3 punte più Sneijder quando è chiaro da tempo che nessuno ha intenzione di dare manforte al centrocampo quest'anno?

In molti vedendo l'Inter avevano annusato che questo modo di giocare senza senso avrebbe potuto portare a una disfatta. Fanno sorridere i pronostici dei super-esperti che davano l'Inter favorita e vincente. Per capire come sarebbe finita bastava guardare il tabellino dei gol subiti in campionato: Milan 22, Inter 32 ( ora 35..). Non si è mai vista una squadra senza organizzazione difensiva vincere il campionato. L'Inter di Leonardo non farà eccezione.

Franco Rossi sostiene che il calcio è difficile anche per chi ne capisce. Figuriamoci per Leonardo.

venerdì 1 aprile 2011

POLITICA
La nostra notte più buia
Maggioranza allo sbando, crisi e insulti istituzionali: il dovere di voltare pagina

Scaramucce sugli spalti
- Ha scritto Francesco Merlo su Repubblica che ha portato più Africa il premier a Lampedusa, con il suo show a metà strada tra Idi Amin e Achille Lauro, che gli immigrati tunisini. Merlo ha ragione ma avrebbe dovuto far notare che anche il Parlamento si è trasformato in una specie di Gran Consiglio di uno staterello dell'Africa centrale, con i deputati ridotti a pigiabottoni e fedeli esecutori dei diktat del Bokassa de' noantri.

Una notte così buia e lunga la repubblica italiana non l'aveva mai vista. Un regime ormai moribondo sta cercando di trascinare il Paese nella sua puzzolente putrefazione e, allo stesso tempo, sta cercando di rimanere in sella con i mezzi più abietti: la compravendita dei deputati, le leggi ad personam, il rapporto contiguo con deputati e senatori vicini alla criminalità organizzata, il blackout e l'intimidazione delle opposizioni sui media. Il concetto di 'emergenza democratica' è superato dal definitivo abbandono delle pratiche democratiche, lo svuotamento del Parlamento e il ricorso alle leggi delega e alla fiducia per renderlo inoperoso.

Dopo l'indegno spettacolo a cui abbiamo assistito negli ultimi due giorni, viene da chiedersi come l'attuale maggioranza pensi di andare avanti, escludendo la via che prevede il 'rafforzamento' (sic) della sua compagine con i recenti acquisti di Iniziativa Responsabile. Non si può governare contro le istituzioni, ed è bene rimarcare che Pdl e Lega se la sono presa con il presidente della Camera, la Corte costituzionale, il potere giudiziario, l'opposizione, la libera stampa e così via. Un certo malumore serpeggia anche per un malinteso 'protagonismo' del presidente della Repubblica, costretto a richiamare i capigruppo di Camera e Senato al Quirinale.

E' giunta l'ora di voltare, una volta per tutte, la pagina più indecorosa della nostra recente vita pubblica. Il futuro non è scritto, ma il presente si può - anzi, si deve -, cancellare.

Che questa maledetta notte dovrà pur finire!