sabato 25 giugno 2011

LA PANCHINA DELL'INTER/ 1.
Leonardeide 
Il brasiliano seduce, convince e lascia: fenomenologia del Casanova del calcio

Leonardo: sogna il Qatar
- I sogni, si sa, muoiono all'alba. Ma per l'ormai ex allenatore dell'Inter e del Milan Leonardo Araujo, durano al massimo 5 mesi, non di più. Tanti ne sono passati per svegliarsi dalla Pinetina e per dire che la sua 'voglia di vivere' lo porterà altrove. 'Parigi val bene una messa', diceva un uomo ben più importante di lui, Enrico IV. Nel suo caso vale ben 5 milioni di euro all'anno per diventare il napoleoncino del Paris St. Germain, nobile decaduta del calcio francese, finita nelle mani di un fondo di investimento gestito dall'Emiro del Qatar. Qui non si tratta di criticare la scelta di andare a prendere una vagonata di soldi e nemmeno di fare moralismi sul 'calcio delle bandiere'. No, tutt'altro. Qui si tratta proprio di mettere in questione il modus operandi  leonardiano, anzi, la sua raison d'etre tanto per restare sul francese ( mi si passi che non ho l'accento circonflesso sulla tastiera).

Nei suoi 5 mesi all'Inter, Leonardo ha detto di 'avere trovato un sogno', di 'sentirsi spesso con il suo amico Mou', di avere tifato in finale per l'Inter contro il Bayern quando era ancora sotto contratto col Milan e così via. Mancava solo dicesse di avere pianto il 5 maggio e il quadro dell'interista doc era completo. Dietro la camicia bianca su misura, l'aspetto da modello, il sorriso Durbans e una urbanizzazione sconosciuta al mondo del calcio, Leonardo è semplicemente uno dei tanti che bussano alla nostra porta per rifilarci un Folletto finto, uno scolapasta di cui non abbiamo bisogno, la raccolta di enciclopedie che non leggeremo mai. Ha definito Berlusconi un 'narciso' in passato, ma c'è da giurarci che in fatto di narcisismo Leo non è secondo a nessuno. Dall' 'ormai farò l'allenatore' a 'non so cosa mi riserva il futuro', le giravolte dell'ex mezzala della nazionale brasiliana non si contano più. Su di lui, semplicemente, non si può contare. E chissà cosa avrà mai dimostrato - oltre ad essere bello - in panchina o come dirigente perché tutti, ma proprio tutti, se lo contendono a suon di milioni. In fondo è uno che con stile si fa i fatti suoi. Un Mourinho senza le sue capacità tecniche. Un Fabrizio Corona poliglotta, ma meno sincero.

Non mi stupirei se tra 1 mese lasciasse il Psg e si dedicasse ad altro. Chessò: un posto nel comitato organizzatore del mondiale 2014, una candidatura a sindaco di San Paolo o, sogno supremo!, la guida del Pd, in perenne ricerca di un Papa straniero. Sai lo smacco per il suo alter-ego di centro-destra? In fondo, se Parigi val bene una messa, cosa può valere Roma?

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