domenica 13 marzo 2011

POLITICA
Finis Terrae
La breve stagione politica dei 'finiani', storia di un fallimento

Fini & Barbareschi: c'eravamo tanto amati
- Con la chiusura del sito di Fare Futuro, viene messa definitivamente fine alla breve stagione del 'finismo', un movimento politico che è durato lo spazio di un'estate. Forse anche troppo. Fare Futuro non invaderà più le nostre mail con le sue newsletter prezzemoline, con i suoi articoli che cercavano di ricondurre tutto lo scibile umano - dal razzismo nelle curve al berlusconismo, passando per la crisi e il ruolo dei giudici nella società attuale - alla Nuova Destra capeggiata dal presidente della Camera, Gianfranco Fini.

Troppi gli errori commessi da un gruppuscolo di fondatori, definiti dal presidente del Consiglio 'quattro gatti'. Fini ha sbagliato tutto: tempi, modi e circostanze del suo incredibile disamoramento dal Cavaliere dopo 17 anni di lotte congiunte, anche contro quella legalità che ora dimostra di voler preservare a ogni costo. Una volta che, con una manovra spregiudicata, il premier è riuscito a incassare il voto di fiducia, Fli è andata in frantumi: in poco meno di tre mesi ha perso diversi deputati ( con motivazioni diverse e non sempre plausibili ), ha perso il gruppo al Senato, ha celebrato un congresso fondativo in cui il nuovo partito si è spaccato ancor prima di vedere la luce. Un disastro completo per chi credeva nelle possibilità di Fli e di Fini, e per i tanti sedicenti intellettuali alle vongole che si sono appoggiati al leader di Montecitorio convinti di poter racimolare qualcosa in termini di carriera. Sarà per la prossima volta, se ci sarà.

Più che dal nobile intento di liberare l'Italia dal giogo berlusconiano, Fini è stato mosso dall'ambizione personale. Con lo scranno alla Camera ha voluto darsi una ulteriore credibilità istituzionale, dopo i trascorsi da ministro degli Esteri e da vice-premier nel Governo Berlusconi II. L'obiettivo: proporsi come leader moderato credibile e coagulare su di se un numero sufficiente di consensi per tentare la corsa al Quirinale. Come leader di partito Fini ha voluto rappresentare una destra che in Italia è minoritaria da sempre, per tentare la scalata a Palazzo Chigi. Il fallimento è stato doppio perché la posizione ambivalente dell'ex leader di An ne ha fatto un facile obiettivo sia della satira, che lo ha dipinto come leader di sinistra in pectore, sia dei media più vicini al Capo del Governo che lo hanno attaccato su tutto, a volte pretestuosamente, a volte con un fondo di verità. Con tutto il bene possibile che si possa volere a Gianfranco Fini, non era mai successo che un Presidente della Camera chiedesse le dimissioni del Governo in un comizio!

Barbareschi che attacca Berlusconi, poi ritratta, va da lui, esce da Fli, anzi no. Il tradimento di Katia Polidori e Silvano Moffa, nel giorno della fiducia. Le liti sulla spartizione delle cariche tra falchi e colombe che hanno mandato in frantumi il congresso fondativo del Fli. E ora l'addio al sito che più di ogni altro avevo contribuito allo 'stillicidio di distinguo' che tanto ha mandato su tutte le furie Berlusconi. Hanno ballato una sola estate dunque i 'finiani'. Forse perché non avevano nulla di veramente concreto da proporre a un Paese da troppo tempo sfigurato.

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