sabato 2 luglio 2011

 CALCIOPOLI
Il calcio più pazzo del mondo
Palazzi archivia la posizione dell'Inter: ma per l' 'etica' non è finita 

Il capo dei Boys, Stefano Palazzi
- Quando finirà Calciopoli? Ieri il procuratore federale Palazzi ha archiviato la posizione di alcuni tesserati e delle loro rispettive squadre per fatti risalenti alla stagione 2004-2005. Quando il campionato riprenderà, il 28 agosto 2011 saranno passate 7 stagioni da quella. Un'infinità. Eppure la lotta tra Guelfi e Ghibellini prosegue. Fa sorridere pensare che sia in ballo lo scudetto dell'Inter del 2006 per fatti ritenuti 'non di rilievo' della stagione precedente a quella. Ma così è.

Mentre i giornali e le tv davano la notizia che Palazzi confermava lo scudetto dell'Inter - cosa tecnicamente impossibile, visto che non è di sua competenza -, c'era già chi esultava e chi urlava al complotto e minacciava di portare la Juventus all'estero. Pochi minuti dopo, si passava all'esatto opposto: lo scudetto sarà revocato dal CF della Figc. Non si sa su quali basi. Palazzi parla di 'nessuna fattispecie di rilievo per fatti non prescritti', e già si scrive che 'l'Inter si è salvata per la prescrizione'. In realtà, è doveroso ricordarlo, prescrizione non significa altro che prescrizione. Né colpevolezza, né innocenza. Solo 'decorrenza dei termini'. Il nostro sistema giuridico afferma il principio di innocenza, per cui in mancanza di condanna l'Inter e i suoi rappresentanti si devono ritenere innocenti. Palazzi non è nemmeno entrato nella questione dei fatti, in quanto prescritti.

Un'altra cosa aberrante che si è sentita è stata quella per cui se l'Inter a quei tempi fosse stata deferita, non avrebbe vinto il campionato. Il deferimento non è una sentenza di condanna, si deferisce per accertare dei fatti. Se dopo il deferimento la posizione dell'Inter fosse stata archiviata, lo scudetto se lo sarebbe preso comunque. L'Uefa esigeva una classifica finale del campionato di Serie A per permettere alle italiane di disputare le coppe nella stagione 2006-2007, poi conclusasi con la Champions al Milan. In caso di mancato adempimento da parte della Figc, le italiane rischiavano fino a 5 anni di squalifica dall'Europa. E pensare che tutti questi colpevolisti sull'Inter sono poi gli stessi innocentisti per un Moggi condannato in ogni grado da ogni tribunale sportivo e poi radiato...

Ma la cosa che più deve preoccupare, perché stabilirebbe un precedente pericolosissimo, è la questione della revoca del titolo non sulla basi di fondamenta giuridiche ma per motivi 'etici'. L'etica, si sa è materia vaga, complessa. Proprio per questo gli uomini hanno redatto dei codici, civili e penali per stabilire delle norme cui avvalersi in caso di contrasti. Se lo scudetto dell'Inter venisse revocato per 'motivi etici', la squadra di Moratti potrebbe tranquillamente fare ricorso per i titoli conquistati dalla Juve nel quadriennio 1994-1998, quelli dell'abuso di farmaci sentenziato dalla Cassazione. Fatti andati ormai prescritti, ma che potrebbero essere tirati nuovamente fuori per 'motivi etici'.

Si rischia la giungla, dunque. E la cosa non deve fare ben sperare. Se lo scudetto sarà revocato, l'Inter tenterà ogni via giuridico-sportiva convinta - giustamente - che non ci sono appigli perché glielo si revochi. Se non sarà revocato, Agnelli e la Juve faranno altrettanto. E già non oso pensare in cosa si trasformeranno gli Juventus-Inter della prossima stagione. Una proposta: e se al termine di tutti gli iter processuali, Tar o non Tar, Agnelli e Moratti siglassero una sorta di pace congiunta con l'impegno di andare oltre e di non parlarne più?

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